26.6.10

Mimosa



Il silenzio imbarazzato
di chi sa di non tornare
la lasciò senza parole.
Della porta che si chiuse
non sentì neanche il rumore
tanto forte era il suono del suo rancore.
PER GUARDARSI NELLO SPECCHIO
MISE L'ABITO MIGLIORE
PERCHE' FOSSE PIU' ELEGANTE IL SUO DOLORE.
Da quello che le ha sputato addosso
perché non ha detto
perché non ha fatto
ora si sente soffocare.
Quando si comincia a recriminare
è il momento in cui si sta per sparire.

Mimosa
bella
riposa
che il sogno
ti dona

Così pensò al loro primo incontro
alla magia di quell'incanto
alla sua gioia elementare
alle grida di piacere
soffocate dal cuscino
QUANDO UN GESTO PRIMITIVO
SI FA DIVINO
e a quella esaltazione del presente
di un amore che ancora non ti ha chiesto niente
niente da sacrificare.
Poi del lasciarsi il solito rituale
dove ogni uomo diventa così banale.

Mimosa
bella
riposa
che il sogno
ti dona

23.6.10

Chiodi

Non è amore.

Questa è una certezza.

Almeno.

E' un pensiero frequente.

Un pensiero stupendo.

Ma è ARIA.

Anzi, neanche quella.

Se fosse aria, la respirerei.

A ME, invece,

l'aria MANCA.


Sei come la lingua che batte sul dente che duole.

O meglio ancora,

IO sono LA LINGUA.

IL TUO PENSIERO è IL DENTE CHE DUOLE.

Dolore.

Piacere.

Tutto ciò a cui gli uomini non possono rinunciare per vivere.

Non sarebbe vita,

altrimenti.



Una superficie incavata al centro

e un flusso inarrestabile.


Un chiodo arrugginito

conficcato al centro del cervello.


La ruggine

manda a puttane

tutto.