25.9.11

Il femminismo antiquato?

Isabel Allende racconta favole di passione | Video on TED.com

"Una volta, quando mia figlia Paula aveva circa vent'anni, mi ha detto che il femminismo era sorpassato, che dovevo andare oltre. Abbiamo avuto un litigio memorabile. Il femminismo antiquato? Sì, per le donne privilegiate come mia figlia e tutte noi qui, ma non per la maggior parte delle nostre sorelle nel resto del mondo, che sono ancora costrette a matrimoni prematuri, prostituzione, lavoro forzato, che hanno figli che non vogliono o che non possono nutrire. Loro non hanno il controllo sui loro corpi o sulle loro vite. Non sono andate a scuola e non hanno libertà. Sono violentate, picchiate e a volte uccise impunemente.

Per molte giovani donne occidentali d'oggi, essere chiamate femministe è un insulto. Il femminismo non è mai stato sexy, ma state certi che non mi ha mai impedito di civettare, e raramente ho sentito la mancanza di uomini nella mia vita.

Il femminismo non è morto, in nessun modo. Si è evoluto. Se non vi piace il termine, cambiatelo [...] Il nome non ha importanza, finchè capiamo di cosa si tratta e lo supportiamo."

Isabel Allende

11.9.11

E' tempo di crescere

Ho imparato ad osservare le dinamiche con cui affrontiamo la vita di ogni giorno con maggior distacco, senza farmi trascinare all'interno del vortice.
Mi viene da sorridere ripensando ai drammi adolescenziali: un battibecco con un'amica per una chiacchiera di troppo e il mondo crollava, con lacrime, pagine e pagine di sfogo e sempre qualche intermediario di troppo.
Un “no” dei tuoi, e giuravi a te stesso che appena compiuti i 18 anni te ne saresti andato di casa per essere finalmente libero (e che tu una cosa del genere ai tuoi figli non l'avresti mai fatta).
E la cotta per il compagno di classe? Ah, che cosa meravigliosa.. grandi epopee d'amore che iniziavano e finivano esclusivamente nella tua testa, mentre nella sua regnava allegramente l'accoppiata calcio&amici.
Eppure all'epoca erano cose davvero importanti. Erano le emozioni che ci facevano svegliare la mattina col cuore in palpitazione, che ci facevano scrivere valanghe di bigliettini agli amici, lanciati per metà classe mentre la prof era alla lavagna.
Poi cresci. Le cose importanti sono altre. La scelta della strada da prendere, tanto per fare un esempio all'acqua di rose. Se restare tra le quattro ovattate pareti domestiche, con mamma che dice ancora “no”, però ti fa la lavatrice, povera donna. Oppure farsi coraggio e prendere il volo. Le prime esperienze che devi compiere davvero da solo. Le prime decisioni solo tue.. e la colpa o il merito del risultato, anche quello è solo tuo.
E in tutto questo, ogni giorno entrano dalle porte e dalle finestre della tua vita tantissime persone: i Grandi Amici, che ti porti dietro da una vita, o solo da qualche mese. Poco cambia: con loro condividi la maggior parte delle tue serate, le risate, le sbronze, i viaggi, le confessioni inconfessabili e i pomeriggi di cazzeggio. Loro sono quelli su cui puoi contare, che “'a voglia te! ci saremo sempre”. Ma lo sai anche da solo che anche i tempi dei “migliori amici per sempre” li hai chiusi nell'armadietto insieme ai libri del liceo.
E allora perchè farsi il sangue cattivo e star lì ad analizzare ogni difetto, ogni comportamento che “sì, però...”. Perder tempo a pesare le parole, a giudicare gli atteggiamenti. Trovare una persona che non ci deluderà mai? E' impossibile. Tanto inutile, allora, fare drammi quando il piede ci finisce in una buca, e le cose non vanno come vorremmo.
Cresciamo gente, è ora! Se son rose, fioriranno. Se è un rapporto destinato a durare, durerà. Ci sono cose ben più importanti, e decisamente più serie, che davvero, non vale la pena di crearsi problemi da soli.
Ci sono ragazzi della mia età che devono metter su famiglia, perchè il pargolo che non avrebbero voluto prima dei trent'anni, è già in attesa.
Ci sono ragazzi più giovani di me, che invece di vivere beatamente i drammi dell'adolescenza di cui sopra, vivono i drammi veri. Quelli che la mattina, quando ti svegli, ti ci vuole una bella tazza di coraggio, per aprire gli occhi e andare avanti.
Ci sono persone che sono buone, e non buoniste: che riescono a farmi ingoiare il mio cinismo con un sorriso, con un abbraccio. Che quando vi beccano a parlar male di qualcuno, vi fanno “chiamatemi quando avete finito”. Perché a loro, di parlar male degli altri, non gliene frega niente. E ben ti sta, se adesso ti senti un ragazzino imbecille, a confronto.
Ci sono persone che hanno passato con te una settimana della loro vita. Eppure dopo mesi stanno ad ascoltarti e sono felici per te, se tu sei felice. Mentre quelli che hai lì, spalla a spalla, ogni giorno, non ti ascoltano nemmeno più, tanta è l'abitudine.
C'è che gli altri, che siano co-protagonisti o solo comparse nella tua vita, sono sempre e comunque gli altri. Che oggi ci sono. E probabilmente anche domani. Ma sul dopodomani, nel dubbio, inizia a rimboccarti le maniche da solo.
C'è che alla fine la vita è la tua, con tutti i pro e i contro che ciò comporta. La responsabilità è tua, le scelte sono tue, le conseguenze sono sempre e comunque tue. C'è che puoi avere tante persone di fianco a te, e sentirti più forte, grazie a loro.
Ma finché non ti sentirai forte anche da solo, sarai ancora il piccolo liceale dei grandi drammi.