10.11.09

Una donna in rinascita


di Jack Folla

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi, dopo la catastrofe, dopo la caduta, che uno dice…è finita.
No. Finita mai, per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina antiuomo che ti fa la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame peggio che a scuola….
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà, deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare. Così ogni giorno e questo noviziato non finisce mai, e sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo, che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno si infiltri nella tua vita. Peggio, se ci rimani presa in mezzo tu, poi ci soffri come un cane.
Sei stanca. C'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto, e così stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre…."io sto bene così, sto bene così, sto meglio così"…
.. E IL CIELO SI ABBASSA DI UN ALTRO PALMO.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima, ed è passato tanto tempo e ce ne hai buttata talmente tanta, di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio, perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui. E so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine, ed è stata crisi. E hai pianto.
Dio, quanto piangete ragazze... Avete una sorgente d'acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance.
E poi hai scavato, hai parlato…quanto parlate ragazze. Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore…."perché faccio così?"…"com'è che ripeto sempre lo stesso schema?"…"sono forse pazza?"… Se lo sono chiesto tutte.
E allora... vai, giù con la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli, un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque. Ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti. Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova "te", perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima della ruspa…
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente, innamorarsi di nuovo di sé stessi o farlo per la prima volta è come un diesel, parte piano. Bisogna insistere, ma quando va in corsa... E' un'avventura ricostruire sé stesse, la più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende, o dal taglio dei capelli.
Io ho sempre adorato donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire…"attenti…il cantiere è aperto… stiamo lavorando per voi... ma soprattutto per noi stesse…".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia, per chi la incontra e per se stessa.
E' la primavera a novembre, quando meno te la aspetti.

29.7.09

Ti strofini contro il mondo, tanto il mondo non ti avrà

"Questa qua è per te
che anche se non è un gran che
ti volevo solo dire
era qua in fondo a me
è per te che lo sai
di chi sto parlando dai
e ti piacera' un minuto
e poi te ne scorderai
perche' sei
Viva Viva
cosi' come sei
quanta vita mi hai passato
e non la chiedi indietro mai
e sei
Viva Viva
per quella che sei
sempre pronta, sempre ingorda
sempre e solo come vuoi
Questa qua e' per te
che non ti puoi spegnere
non hai avuto tempo
devi troppo vivere
E' per te questa qua
per la tua golosita'
ti strofini contro il mondo
tanto il mondo non ti avra'
perche' sei
Viva Viva
cosi' come sei
quanta vita hai contagiato
quanta vita brucerai
che sei
Viva Viva
per quella che sei
niente rate, niente sconti
solo viva come vuoi
Questa qua e' per te
e non e' niente facile
dire quello che non riesco
mentre tu vuoi ridere
perché' sei
Viva Viva
cosi' come sei
quanta vita mi hai passato
e non la chiedi indietro mai
perché' sei
Viva Viva
per quella che sei
sempre pronta, sempre ingorda
sempre e solo come vuoi
Questa qua e' per te
che sai sempre scegliere
e io invece non ho scelta
te la devo scrivere."


Sentirsi vivo. Brividi sulla schiena quando senti che il calore di un'estate afosa è niente paragonato a quello dentro di te, fremente energia, che se, corporea, la stringessi nel pugno, la sentiresti dibattersi per esplodere.
Momenti in cui sembra che nulla ti possa scalfire, in cui affronteresti il mondo senza corazza, in t-shirt e scarpe da ginnastica.. e tuttavia, tu sei sicuro che quel mondo te lo potresti mangiare in un solo morso. Se ti concentri puoi quasi sentire il sangue scorrere nelle vene.. più veloce del solito?
Prendere e andarsene, perché qui è troppo stretto per tutta la tua incontenibile voglia di vivere. E stavolta non ti va di soffocare. Stavolta vuoi stare in mezzo al ponte sospeso sul nulla e urlare, tirare fuori tutto quello che c'è. Il vaso di Pandora di una vita. Paura, eccitazione, sfogo, rabbia. Sana follia.
E va tutto bene. Vento in poppa e sole in faccia. E non si può che andare avanti. Sperimentare ogni occasione, costruire ogni possibilità. Si potrebbe dire che la ruota stia girando, ma toglierebbe il merito a te.. e no, non va bene.. il merito è tuo, che vivi la tua vita.
Il merito è nostro, che siamo vivi. Nostro, che ci strofiniamo contro il mondo.
Senza paura, tanto il mondo non ci avrà.

21.7.09

"Ultimo amore"

Fresca era l'aria di giugno
e la notte sentiva l'estate arrivar
Tequila, Mariachi e Sangria
la fiesta invitava a bere e a ballar
lui curvo e curioso taceva
una storia d'amore cercava
guardava le donne degli altri
parlare e danzare

E quando la notte è ormai morta
gli uccelli sono soliti il giorno annunciar
le coppie abbracciate son prime
a lasciare la fiesta per andarsi ad amar
la pista ormai vuota restava
lui stanco e sudato aspettava
lei per scherzo girò la sua gonna
e si mise a danzar

Lei aveva occhi tristi e beveva
volteggiava e rideva ma pareva soffrir
lui parlava stringeva ballava
guardava quegli occhi e provava a capir
e disse "son zoppo per amore,
la donna mia m'ha spezzato il cuore"
lei disse "il cuore del mio amore
non batterà mai più"

E dopo al profumo dei fossi
a lui parve in quegli occhi potere veder
lo stesso dolore che spezza le vene
che lascia sfiniti la sera
la luna altre stelle pregava
che l'alba imperiosa cacciava

lei raccolse la gonna spaziosa
e ormai persa ogni cosa
presto lo seguì

Piangendo urlando e godendo
quella notte lei con lui si unì
spingendo, temendo e abbracciando quella notte
lui con lei capì
che non era avvizzito il suo cuore
e già dolce suonava il suo nome
sciolse il suo voto d'amore
e a lei si donò

Poi d'estate bevendo e scherzando
una nuova stagione a lui parve venir
lui parlava inventava giocava
lei a volte ascoltava e si pareva divertir
Ma giunta che era la sera
girata nel letto piangeva
pregava potere dal suo amore
riuscire a ritornar

E un giorno al profumo dei fossi
lui invano aspettò di vederla arrivar
scendeva ormai il buio e trovava
soltanto la rabbia e il silenzio di sera
la luna altre stelle pregava
che l'alba imperiosa cacciava
restava l'angoscia soltanto
e il feroce rimpianto
per non vederla ritornar

Il treno è un lampo infuocato
se si guarda impazziti il convoglio venir
un momento, un pensiero affannato
e la vita è rapita senza altro soffrir
la poteron riconoscere soltanto
dagli anelli bagnati dal suo pianto
il pianto di quell'ultimo suo amore
dovuto abbandonar

Lui non disse una sola parola
no, non dalla sua gola un sospiro fuggì
I gendarmi son bruschi nei modi
se da questi episodi non han da ricavar
Così resto solo a ricordare
il liquore pareva mai finire
e dentro quel vetro rivide
una notte d'amor

Quando dopo al profumo dei fossi
a lui parve in quegli occhi potere veder
lo stesso dolore che spezza le vene
che lascia sfiniti la sera
la luna altre stelle pregava
che l'alba imperiosa cacciava
a lui restò solo il rancore
per quel breve suo amore
che mai dimenticò

21.6.09

Riflesso

Basta davvero poco per fare un passo falso. Te ne renderai conto fin troppo presto, tesoro mio.
La nostra natura di uomini ci rende forti di un'effimera invincibilità, dell'impossibilità del torto. Cresciamo nella rosea convinzione che basta volerlo, e si può evitare l'errore.
Ma non è così.
Sbagliare è la cosa più facile del mondo. E' una sorta di tendenza naturale, talmente ovvia che il più delle volte non te ne renderai neppure conto. Solo dopo, quando riuscirai a mettere da parte l'orgoglio e ad aprire realmente gli occhi, solo allora capirai. Sarai capace di ammettere di aver sbagliato?
E' difficile, lo so, ma è solo il primo passo.
E poi? Beh, tesoro, dipende da tante cose. Da chi hai di fronte, tanto per dirne una.
C'è chi dice che non ci sia peggior giudice del proprio specchio. Certamente non è un confronto facile. Ma non è detto che sia la parte peggiore.
Prova a guardare meglio.. cosa vedi, oltre al tuo viso? Cosa c'è alle tue spalle? Sono i tratti di un altro volto..
E sai cosa significa? Un modo di ragionare che non è il tuo. Un cuore che non è il tuo. Un modo di percepire la realtà delle cose che non è il tuo. Un altro mondo. Un'altra persona.
E se ti giri e guardi dritto in quegli occhi che non sono i tuoi (e ci vorrà tanto coraggio per farlo, tutto il tuo coraggio, tesoro) non ti aspettare la stessa risposta del tuo specchio. Il suo riflesso non è il tuo. Quello che ti dirà potrebbe non piacerti. Anzi, il più delle volte non sarà quello che avresti voluto sentir dire. Le parole potrebbero essere dure, fredde, distanti, come quei due occhi che ti fissano, e che non sono i tuoi.
Ma non darti per vinta, bambina mia, perchè finché ci saranno quegli occhi, ci sarà anche tutto il resto. Una speranza, di poter riparare al proprio errore. Forza le tue ginocchia a piegarsi, e chiedi perdono. Nulla è perduto, finché ci saranno quegli occhi.

Ma non sempre sarà così. Non pensare che il lieto fine sia così scontato. Non voglio spaventarti, amore, ma capiterà, ed è bene che tu lo sappia. Inizierai a soffrire davvero nel momento in cui, dando le spalle al tuo specchio, non troverai uno sguardo di rimprovero, un'espressione delusa. Una lacrima.
Non troverai niente. Niente.
Lì avrai perso. E non ci sarà rimedio al tuo errore.

Io, piccola? Io continuo a sbagliare, come tutti. L'ho appena fatto.
Per l'ennesima volta ho avuto l'arroganza di credere che il mio riflesso fosse realtà. Me ne sono resa conto dopo. Troppo tardi? Non lo so ancora. Sono qui, ad aspettare di vedere se nel riflesso del mio specchio potrò ancora scorgere un altro viso.

4.6.09

Take it easy!

Si può buttar giù in tanti modi.. un ciclo di luna, il capitolo di un libro, la scalata di qualche gradino (o la discesa.. dipende da che parte la guardi), il cambio di stagione, e via andare..
Stringi stringi, una cosa è: cambiamento. La conclusione di un periodo della vita e l'inizio di uno nuovo. Sconosciuto. E, viva le banalità, come ogni cosa sconosciuta, spaventa. Abbiamo paura del buio, perché non conosciamo ciò che vi si può nascondere.. quante volte l'abbiamo sentito dire?
Mettiamola così: io non ho paura del buio.. è una di quelle fissazioni che ho archiviato qualche capitolo fa, in uno dei primi. Di prassi, però, ho una gran paura di ciò che non conosco, in testa il cambiamento. Maledetto cambiamento, scombussola sempre un po', obbliga a dare una sistemata alle coordinate. Anche perché, se all'ultima pagina del capitolo non è successo niente di nuovo rispetto alla prima, c'è qualcosa che non va, no? Forse è un libro che non vale la pena di leggere..
Ma stavolta, l'idea di voltar pagina non sembra immobilizzarmi le gambe.
E allora, evvai con il cambiamento! Spingiamo sull'acceleratore e buttiamoci a braccia tese verso il futuro e ciò che ci riserva!
Mmm.. no.. neanche quest'ottica mi calza a pennello...
Sembra un limbo. Non so quanto dorato.. forse placcato d'oro.. l'illusione in cui dondolarsi un po' senza pensare, come nell'amaca di mia zia.. Forse non ci sto pensando seriamente, per questo non spaventa più di tanto.
Razionalmente, ho ben chiaro che sono ad un giro di boa. Forse il più importante. Per la prima volta in mare aperto. Ma dato che il cambio di profondità sarà graduale, non ho paura di affondare senza rendermene conto.. forse è quello..
Il tempo. E' tutta lì la chiave...
..?
O forse è la mancanza di suspense..
..?
Intendo dire: archivio un gran periodo. Una pila di cambiamenti, grandi e piccoli. Nuovi modi di vivere il mondo esterno. Vecchie resistenze. Un capitolo succoso!
Ma per ora, sulla pagina nuova, quella a destra, con il numero romano in cima, che ci scrivo?
Bene che vada, posso segnarmi due o tre appunti a lapis.. qualche opzione per il seguito della storia. Ma la penna non la riprenderò in mano per un po' di tempo. Temo. Temo? No, alla fine mi va anche bene così. Riprendo fiato un attimo, se permettete. E poi si vedrà. Che altro posso dire?
Che altro posso pensare?
E' la semplice verità: non ho prospettive. Detta così, è piuttosto deprimente. Ma io non sono depressa. Sono rilassata. Magari è solo la quiete prima di una tempesta emotiva che mi porterà sull'orlo di una crisi esistenziale. Ci sta. Ma neanche io, con tutte le mie autoanalisi da psicopatica, posso arrivare a preoccuparmi perché NON sono preoccupata.. no?
Non so. Magari sto fuggendo da un ragionamento troppo pesante da fare adesso. Forse sto solo rimandando il confronto con la dura realtà.
Ma non mi sto sforzando di essere cieca. Mi viene naturale. Stavolta cambio routine: si prende quello che la vita mette sul mercato. Filosofia di vita che non ho mai seguito, ritenendola un modo naif di coprire alla bell'e meglio la paura di assumersi responsabilità da adulti.
Beh.. mi sa che stavolta gioco all'irresponsabile anch'io. Almeno per un giro. E come direbbe qualcuna (quando la giornata le butta bene): take it easy!

14.5.09

"Basterebbe una volta"


"Cosa c'è
perdo tempo se non lascio che
questo cuore sia il passo
di una strada che gli occhi rivedono a stento..
Una volta, basterebbe una volta
il tuo pensiero che cade è una bomba tra queste mie mani..
TORNEREI A CADERE
TORNEREI A VOLARE
che se anche ti perdo,
ti ritrovo sullo stesso filo.
QUANDO VIENI E VAI
IN QUESTA STANZA, SAI
TUTTO RESTA NELL'ARIA
NEI PASSI CHE FAI..

VORRREI CORRERE FORTE
TOGLIERE ADESSO I LACCI
E POI LIBERI I PIEDI..

Dove va
questo cuore di fretta
che non s'accorge di niente
quando è notte tra tutte le strade
dove va? dove va?
dove va? dove va?

Una volta, basterebbe una volta soltanto
non mi va di capire, ora provo a seguire..
Una volta o forse tre
UNA VOLTA
M'INNAMORAI
DEL LATO OSCURO

DELLA TUA LUCE
E NEI RITORNI DOVE HO PERSO LA MIA ROTTA..
dove va?

Dove va
questo cuore di fretta
che non s'accorge di niente
nella notte a cercarti tra tutte le strade
Soli per la strada
dove nascono i sogni

come il cielo negli occhi
di certi bambini..
di certi bambini..
Come il cielo negli occhi
di certi bambini..."

26.4.09

3 Settembre 2004

C'è fumo. Gli occhi bruciano. Lacrimano. E' difficile riuscire a vedere qualcosa. Sembra tutto grigio.
Il grigio del cemento ancora in piedi, quello annerito delle mura crollate. Il grigio perlato, omogeneo, del cielo. Grigia è l'aria che entra nella bocca, polverosa, sporca. Pesante come piombo. Grigie le mani, la pelle. Alberi color del ferro. Non si vedono più il verde, l'azzurro, il giallo, il rosa. Solo grigio.
E macchie di rosso.
C'è silenzio. Che stride nelle orecchie. Dopo ore di urla, grida, pianti. E spari. Ed ancora pianti.
Poi i colpi, le esplosioni. Grida e spari.
E pianti.
E urla.
Urla.
Urla.
Ed ora questo silenzio grigio.
Un alito freddo di vento.
Un deserto grigio e freddo. E silenzioso. C'è solo questo.

21.3.09

Tristano e Isotta - Parte Prima

"Non pensi che ci sia altro nella vita?"
"Oltre a cosa?"
"Oltre al dovere e alla morte..
Perchè provare dei sentimenti, se dobbiamo reprimerli?
Perchè desiderare qualcosa, se non potremo mai averla?"

Tristano e Isotta - Parte Seconda

"Negli occhi tuoi il mio viso, il tuo nei miei,
mostrano cuori semplici e sinceri.

Solo muore ciò che inegualmente è commisto.
Ma se i nostri due amori sono uno
o noi ci amiamo in modo tale che nessun sia da meno,

mai morranno."

14.2.09

La cura



Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
DAI TURBAMENTI CHE DA OGGI INCONTRERAI PER LA TUA VIA.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
DAI FALLIMENTI CHE PER TUA NATURA NORMALMENTE ATTIRERAI.
TI SOLLEVERO' DAI DOLORI E DAI TUOI SBALZI D'UMORE,
DALLE OSSESSIONI DELLE TUE MANIE.
SUPERERO' LE CORRENTI GRAVITAZIONALI,
LO SPAZIO E LA LUCE
PER NON FARTI INVECCHIARE
E guarirai da tutte le malattie,
PERCHE' SEI UN ESSERE SPECIALE,
ED IO
AVRO' CURA DI TE.

Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

TI PORTERO' SOPRATTUTTO IL SILENZIO E LA PAZIENZA.
PERCORREREMO INSIEME LE VIE CHE PORTANO ALL'ESSENZA.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
TESSERO' I TUOI CAPELLI COME TRAME DI UN CANTO.
CONOSCO LE LEGGI DEL MONDO E TE NE FARO' DONO.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
IO SI', CHE AVRO' CURA DI TE..

6.2.09

"Parole alate"


"Parole dolci
parole complicate
parole semplici
parole alate
parole inutili
parole piu’ affilate di una lama
parole fresche
parole come gocce di rugiada

PAROLE CHE UN CUORE POSSONO SPEZZARE
PAROLE CHE TI FANNO SANGUINARE
PAROLE CHE POSSONO INCENDIARE
GLI ANIMI DI UNA RIVOLUZIONE


parole uniche
parole che in un lampo a te conducono
parole fragili
parole che poi puntano e distruggono
parole stupide
parole che non sanno dove andare
parole acqatiche
che il mare azzurro sanno attraversare

parole che un cuore possono spezzare
parole che ti fanno sanguinare
parole che possono cambiare
quello che sembrerebbe immutabile

parole magiche
parola mia d’onore
le piu’ struggenti
parole d’amore
PAROLE AL VENTO
PAROLE CHE SI PERDONO NEL TEMPO
PAROLE DATE
E GIA' DIMENTICATE

parole che un cuore possono spezzare
parole che sembrano mai bastare
parole che possono cambiare
quello che sembrerebbe immutabile
parole che un cuore possono spezzare
parole che ti fanno sanguinare
parole che possono incendiare
gli animi di una rivoluzione
parole che possono cambiare
quello che sembrerebbe immutabile.."

3.2.09

Profumo

C'era qualcosa o qualcuno dentro me che sapeva benissimo cosa io andassi cercando, a capo chino contro vento.
Ma che cosa mi spingesse a farlo, solo Dio lo sa. Disperazione. O disperata curiosità.
Cosa credevo di poter ottenere da quello sforzo ridicolo, da quella farsa imbarazzante.
Come un segugio, fiutavo l'aria cercando la pista giusta. Annusavo l'anelito caldo della sera, cercando il suo odore. Il suo profumo.
Sarei potuta anche essere cieca, in quel momento. O non avere la benché minima memoria di quei luoghi, tante volte amati. Non avrebbe fatto alcuna differenza. Non erano gli occhi a guidarmi, non erano i ricordi.
Era il suo odore. Il suo profumo.
Arrivai arrancando in cima alla strada, i lampioni gettavano colate di miele sull'asfalto scuro.
Le voci scaldate dal vino si riconoscono subito: hanno una cieca vivacità, priva di limiti, che una persona totalmente lucida non potrebbe mai avere. Risate salgono veloci ed alte verso il buio senza apparente motivo.
Sentii il viso avvampare: allo sforzo e all'afa si sommò l'imbarazzo, improvviso, che mi colpì come uno schiaffo quando mi resi pienamente conto di dove mi trovassi. Di che cosa avessi fatto. Di tutti quegli occhi che si erano puntati come spilli su di me. Silenzio netto. Tagliente.
E poi, come una vampata, la sua voce. Il suo odore. Il suo profumo.
Mi riempì di calci, pugni e schiaffi. Senza bisogno di sfiorarmi, solo con la violenza delle sue parole. Mi scherniva, mettendomi in ridicolo davanti a tutti. Ubriaco. Di rabbia.
Balbettando giustificazioni che neanche l'aria pesante intorno a me sembrava ascoltare, inciampando nei miei passi, persi la cognizione di quello che stava accadendo. La vergogna mi stava dando alla testa come una droga, annebbiando le mie percezioni..

Dunque è questo tutto ciò che ci rimane?
Quando quello che fu un tempo amore si tinge di sfumature nere e porpora, un animale ferito lasciato a morire solo. Questo è tutto ciò che rimane.
Abbasso gli occhi sulle mie mani serrate a pungo, nella strenua e disperata difesa di non so più che cosa. Le dita si aprono piano. Un soffio leggero sui palmi. Vuoti.
Ora neanche più il suo odore. Il suo profumo.



9.1.09

Fidarsi è bene... o non fidarsi è meglio?

Allora, com'è la faccenda? Se uno è diffidente, è stronzo. Se è fiducioso, è un ingenuo.
Dove sta il confine? Come ci si dovrebbe regolare, esattamente? No, qualcuno me lo spieghi, perché dopo 21 anni di vita, sono ancora in mezzo ad una strada.
Di scottanti delusioni (derivate da altrettanto scottanti disillusioni) ne ho avute diverse nella mia seppur breve esistenza, ed ho agito di conseguenza. A dire il vero, più che un agire, è un reagire, dato che, arrivati ad un certo punto, non siamo noi a scegliere quanta fiducia sperperare ai quattro venti. E' istintivo tirare la cinghia del "buonismo a tutti i costi", è una difesa inconscia dalle fregature.
Fatto sta che la situazione adesso è la seguente: faccio maledettamente fatica a fidarmi delle persone. Dubito di baci & sorrisi da parte degli sconosciuti, ed i modi troppo affettati mi fanno partire la sirena d'allarme. Certo, ci sono delle persone (poche, pochissime) di cui mi fido. O almeno ci provo.
Il problema è che mi basta un'inezia, davvero un nonnulla perché mi entri la pulce nell'orecchio. Sciocchezze come scoprire per caso che una cosa raccontatami è invece successa in un altro modo, o che una persona si è comportata diversamente da come aveva precedentemente detto. Certo, se la cosa non riguarda me in prima persona, la posso notare, ma poco più. Posso chiedermi il perché di quella bugia, o di quella mancanza, ma finisce lì, non mi ci scervello per giorni. Ma se invece sono coinvolta direttamente, le carte in tavola cambiano, e divento molto meno noncurante. Inflessibile, rigida, penso e ripenso alla cosa, trovandole una mia personale spiegazione. Di solito, ben poco ottimistica.
Ed inizio a dubitare di quella persona, del rapporto che c'è tra noi. Del sentimento che ci lega, se uno ce n'è. So che non è una cosa positiva, e vi assicuro che non è un bel modo di vivere i rapporti, ma.. è un difetto? Voglio dire, siamo sicuri che sia un errore comportarsi così? Quante dimostrazioni di fiducia ben riposta (e ben ripagata) potete portarmi? Io poche, davvero poche.
E più vado avanti, più persone conosco, più legami (seppur superficiali) instauro, più storie di amicizie andate a puttane sento.. più ne ho la conferma: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Certo, se non riesci a dare la tua piena fiducia ad una persona, non riuscirai nemmeno a crearci un legame davvero profondo, completamente sincero. Finché nutri delle riserve, tieni in piedi un muro, più o meno alto, che tiene gli altri ad una certa distanza.
Allora è questo che mi chiedo: è meglio lasciarsi andare, a rischio di farsi male, pur di vivere un rapporto al 100%.. o è meglio andarci con i piedi di piombo, evitando di prendere l'ennesima, dolorosissima fregatura?