26.5.08

In treno...

Giovedì 14 Febbraio

L’uomo di fronte a me: a guardarlo bene deve essere piuttosto giovane. Eppure dà l’impressione di una persona matura: l’espressione seria, quasi severa, come se la vita l’avesse già segnato, quel volto. Lo sguardo è tagliato verso il basso, condannandolo ad un’espressione perennemente triste.
Ha mani affusolate, da pianista, dita lunghe, le vene visibili sulla pelle chiara. Lo strano anello che porta -una fascetta alta, di metallo scuro- stona un po’ nell’insieme tanto serioso. Brutte scarpe, con l’allacciatura che arriva fino in punta.
Più lo guardo e più mi rendo conto che tutta quella serietà che emana è concentrata nel viso. Nell’insieme, sembrerebbe un ragazzo normalissimo: capelli corti un po’ sparati, un golf blu a V, un banale paio di jeans. Un neo spunta dal collo della camicia. La borsa a tracolla fa molto universitario. Ma quell’aria così sobria lo fa sembrare piuttosto il classico impiegato di banca.
Non so perché, ma dà l’idea di un tipo piuttosto nervoso: il modo in cui parla, in cui si muove. Sembra inquieto. Perché tanta serietà? Cos’è che non lo fa sorridere? Sembra che non sia proprio abituato a farlo. Qualche preoccupazione. O forse solo una vita monotona, sempre uguale a se stessa, che ormai regala pochi motivi per sorridere. Vive ancora con i suoi; è sempre stato un figlio modello, ottimi voti a scuola, tanti interessi. Poi ha fatto l’università. Ingegneria. Ora sta facendo il master, e intanto lavora. Ma ha trovato solo un posto da impiegato, che lo annoia a morte. Ultimamente le cose non vanno per il verso giusto: la fidanzata storica l’ha lasciato; la vita sotto lo stesso tetto dei genitori si è fatta pesante, e sua madre non vuole capire che ormai è un uomo, anche se lei gli lava ancora i calzini. Vorrebbe dare una svolta alla sua vita, ma non sa neanche da dove cominciare. A dire il vero, la sola idea di abbandonare le sue abitudini -benché noiose- lo spaventa da morire. Ecco perché è inquieto, ecco perché fatica a sorridere.
Filippo, è il suo nome: così l’ha chiamato la donna che è con lui. Effettivamente, ha proprio la faccia da Filippo. Nome serio, viso serio. Sta per scendere. Probabilmente non lo rivedrò mai più.


Venerdì 7 Marzo

Sapete quei visi che catturano l’attenzione per forza? Quelli che notano tutti, perché hanno quel non so che di particolare che rapisce lo sguardo? Ecco, oggi in treno c’era una ragazza con un viso così, di quelli che catturano. Aveva i capelli corti, rossi ramati, con la frangetta e un cerchietto argentato come decorazione. La pelle del viso era di un biancore e di una levigatezza fuori del comune, come le guance di una bambola di porcellana. Ma erano soprattutto gli occhi a non poter passare inosservati: due perle di vetro, di un colore unico, tra il grigio e il blu, quasi argento. Il trucco era dello stesso colore, come se avesse cercato esattamente una matita della stessa identica tonalità dei suoi occhi, per quanto impossibile potesse sembrare ricreare quella sfumatura. Il tutto attirava ancora di più l’attenzione su quello che quei due occhi contenevano, su quell’espressione enigmatica, misteriosa, consapevole dell’interesse che suscitava. Sembrava la classica eroina dei grandi romanzi, un’Anna Karenina dei giorni nostri. Era una di quelle rare persone di cui, al solo incrociarne lo sguardo, desiderereste conoscere la storia, perché danno l’impressione di averne una davvero interessante. Benché giovane, aveva l’espressione di una persona che si è resa indipendente, e che è orgogliosa di esserlo. Una che se ne frega del giudizio degli altri, soprattutto se negativo. Una che ha degli obiettivi veri per la sua vita, e non guarderà in faccia a niente e a nessuno pur di realizzarli. Una tipa decisa, sicura di sé, che non ama essere in debito con gli altri. Magari tanta indipendenza le ha portato un po’ di solitudine, ma non fa niente. Meglio passare il venerdì sera da sola nel proprio monolocale, piuttosto che dover rinunciare ai suoi progetti.. per cosa, poi? Per una birra con gli amici?
La felicità? La vita da vivere giorno per giorno? Sciocchezze da idealisti, le ha abbandonate insieme all’adolescenza. La vita è tutta un’altra cosa. Bisogna lottare per andare avanti.


Mercoledì 12 Marzo

Ha l’aria un po’ scontrosa, come se le desse fastidio sentirsi osservata. A prima vista, potrebbe essere benissimo una giovane straniera: capelli di un biondo innaturale (eppure non tinti), incarnato pallido, occhi azzurro ghiaccio che mi lanciano sguardi sospettosi, tra due righe marcate di eye liner nero. Svedese? Tedesca? Una turista in gita a Firenze? Ma poi le poche parole che rivolge alla compagna di viaggio tradiscono origini ben più comuni. E decisamente italiane.
Ha delle buffe scarpe, marroni con dei pois rosa. Guardo meglio e mi viene da sorridere: sulla suola di gomma bianca, con una grafia minutissima, un pennarello indelebile ha fermato chissà quale frase storica.. Cose da ragazzi..
Sfoglia attenta una rivista di moda, fa un commento su un abito. Sembra che se ne intenda. Ora il giornale è chiuso. La ragazza guarda fuori dal finestrino con un’espressione assorta, le cuffie dell’i-pod rosa shocking che spuntano dal caschetto biondo. Dondola leggermente la testa.. chissà che musica sta ascoltando. Chissà da dove viene, e dove va. Il sedile di fronte a lei è letteralmente sommerso di sacchetti e buste di vari negozi.. Giornata di shopping sfrenato?
Scende a Figline. Solo ora noto lo zaino rosso, anche quello ricoperto di scritte a pennarello. Probabilmente è “solo” una liceale che oggi ha deciso di far forca e andare a fare spese.. Eppure, per un attimo, a me era parsa una straniera in gita di piacere nel Bel Paese..


Venerdì 14 Marzo

Sembra una bambina, mentre dorme. Gli occhi chiusi, la bocca un po’ imbronciata e la testa piegata contro il finestrino, non sembra curarsi dell’andatura “barcollante” del treno. Un caschetto castano, con tanto di frangia, le incornicia il viso dai tratti delicati. E che nasino buffo! Ha l’aria di una bambolina corrucciata. Avrà la mia età, ad occhio e croce. Chissà come si chiama, che storia ha, cosa vuole dalla vita. Andrà all’università? E magari ha anche un lavoretto, per essere più indipendente. Forse ha un fidanzato.. speriamo che non la faccia soffrire, come si fa a far soffrire un visino così dolce? Sicuramente avrà un’amica del cuore, una a cui confida le sue speranze ed incertezze.. Me le immagino, sedute in un bar del centro, su quegli sgabelli alti che sembrano dei trespoli, giocando a fare le signore.. Scherzano, una dice una battuta all’orecchio dell’altra, e scoppiano a ridere insieme. Commentano maligne i vestiti delle altre, e sorridono vedendo passare un bel ragazzo. Avranno progettato il loro futuro, sperando di passarne il più possibile insieme. Perché ormai sono grandi per credere nell’amicizia per sempre, quella da frasi fatte sul diario, ma ancora troppo giovani per averne abbandonato l’illusione. Avranno subíto delle delusioni, avranno temuto di perdere la fiducia nelle persone. Ma a vent’anni è facile rialzarsi e guardare al futuro. Sognare un lavoro importante, diventare donne in carriera fasciate in eleganti tailleur, collane di perle e tacchi a spillo. Ma anche una famiglia, certamente. Un marito premuroso, e un figlio.. o, meglio ancora, una figlia, femmina, che venga bella come la mamma. Nei sogni si può avere tutto, quindi meglio far le cose in grande, no?
Chissà se lei sta sognando tutto questo, mentre dorme, con il visino imbronciato..

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