26.5.08

Seconda pagina

La vecchia, seduta nella seconda fila di fronte all’altare maggiore, aveva sentito chiaramente i passi frettolosi dell’uomo, ma non se ne era curata, e non aveva alzato la testa neppure di un millimetro. Quel matto veniva tutte le mattine a rubare fiori.. chissà che se ne faceva poi.. Ma ora lei aveva cose più importanti a cui pensare. Doveva incontrare padre Gianni, quella mattina, e l’attesa la stava divorando. Era stanca. Quella notte non era riuscita a chiudere occhio, ma non si era arrischiata a prendere dei calmanti, perchè aveva bisogno di essere completamente lucida. Aveva provato tutti i possibili rimedi alternativi, dalla camomilla alla valeriana, fino a ritrovarsi a contare pecore sul soffitto buio, come una bambina. Tutto inutile. Non era riuscita a prendere sonno. Quel macigno che aveva nel cuore non le dava scampo. A volte le sembrava addirittura di non riuscire a respirare. Aveva ripetuto mille volte tra sé e sè il discorso che aveva preparato per il prete, bisbigliandolo a denti stretti, come se anche i muri della sua casa solitaria potessero condannarla per quello che aveva fatto. Aveva cercato di alleviare la propria pena, aggrappandosi al fatto che in fondo padre Gianni era un uomo di fede, e di buon cuore: forse, non l’avrebbe rimproverata con il suo sguardo severo.. forse, l’avrebbe capita, rassicurata, e infine assolta, con dieci Ave Maria e quattro Padre Nostro. Ma ora, su quella panchina che le gelava il sedere, con l’unica compagnia di un ladro di fiori appassiti, i dubbi e i timori tornavano a serrarle lo stomaco: il suo non era un peccatuccio da lavare via con un rimprovero e un giro di rosario.. “Oh, Signore, aiutami tu.. come devo fare?”
Era talmente persa in quel circolo di pensieri angosciosi, che non si era neppure accorta che il prete era uscito dalla sacrestia e l’aveva raggiunta dalla navata laterale. Così, quando le battè delicatamente una mano sulla spalla china, la donna sobbalzò per lo spavento. “Mi scusi, non era mia intenzione spaventarla. Che succede? Che cosa l’ha condotta nella casa del Signore a quest’ora del mattino?” “Padre, devo confessarmi”. L’uomo annuì e le fece gesto d’inginocchiarsi: la chiesa era deserta, non c’era bisogno di chiudersi nel confessionale.
“Dimmi figliuola”. “Padre, abbia pietà di me, perché ho molto peccato…”

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